Siamo Monache Minime contemplative chiamate a vivere seguendo le orme del nostro Padre e santo Fondatore San Francesco di Paola in maniere creativa e fresca le Beatitudini evangeliche nella semplicità e radicalità, testimoniando alla nostra società consumata dall'avere, e dall'apparire, che si può veramente trovare sè stessi e la felicità nell'incontro con il Cristo vivo, Signore della vita.
Se uno consacra a Dio la propria intimità, cioè la mente e i pensieri senza più occuparsi nè essere distratto da altri interessi e preocupazioni, ma, anzi, facendo violenza a se stesso, il Signore, allora lo rende partecipe dei misteri, somministrandogli se stesso, in assoluta purezza e santità, come cibo celeste bevanda spirituale...Se, dunque, vogliamo anche noi diventare figli del Padre Celeste, dobbiamo compiere qualcosa di più degli altri uomini, con solicitudine e determinazione, con un amore ardente e con la santità della nostra condotta, vivendo nella fede e nel timore, animati dall'intento di conquistare dei beni cosi preziosi e di diventare gli eredi di Dio. ( Pseudo- Macario)
…verso la casa del Padre
La clausura fa quasi pensare ad una certa staticità e ripetitività, ma non è cosi! Le monache sono pellegrine ed insieme luce che indica dov’è la vera vita. “ È proprio grazie alla stabilità e alla clausura che voi passate attraverso “ la scena di questo mondo” senza stabilirvi nelle cose di quaggiù, ma restando in continua tensione verso la meta” ( Giovanni P. II - Messaggio alle Claustrali)
“Le comunità claustrali, poste come città sul monte e lucerne sul lucerniere ( cfr. Mt 5, 14-15), pur nella semplicità della loro vita, raffigurano visibilmente la meta verso cui cammina l’intera comunità ecclesiale che, “ ardente nell’azione e dedita alla contemplazione” avanza sulla strada del tempo con lo sguardo alla futura ricapitolazione di tutto in Cristo” ( VC, 59).
La vostra vita, che con la sua separazione dal mondo espressa in modo concreto il primato di Dio, costituisce un richiamo constante alla preminenza della contemplazione sull’azione, di ciò che è terno su ciò che è temporaneo. ( Giovanni P. II alle claustrale).