Nel ricordo del mio 50 Aniversario di vita religiosa
Il Signore mi ha chiamato a seguirlo più da vicino, Minima di San Francesco di Paola, una vocazione che è un’esperienza del tutto speciale: Gesù, chiede ad ogni monaca minima una dedizione, una sensibilità, una cura, una intelligenza ed una volontà molto particolare infatti esige una grande capacità di riflessione, di comprensione, di conoscenza .... di Amore. Ogni monaca minima, nel silenzio e nella contemplazione, deve lasciarsi trasformare nel Cristo Risorto! Ecco perché la vita della Minima viene vissuta in una ininterrotta “ascesi quaresimale” come ben descritto nelle costituzione delle Monache Minime di San Francesco di Paola “... è in una continua e costante conversione del cuore, della mente e della vita a Dio.” E’ la mia esperienza in questi 50 anni di vita religiosa come Monaca Minima: nulla di straordinario, ma un lungo cammino al servizio della sorelle della mia comunità e delle necessità dei fratelli “nel mondo”. Oggi, dopo cinquant’anni di vita claustrale, mi sento più amata e capace di amare grazie all’amore continuo che Gesù, per primo, mi ha donato.
L’amore di Gesù ci purifica e ci autentica: nei miei momenti di sofferenza, di solitudine, di fragilità, segno della mia umanità, ho imparato a soffrire per la mia vocazione, e questa mia sofferenza, questa mia fedeltà alla chiamata di Gesù, mi ha permesso di essere viva .... Gesù mi dice, e dice a tutti continuamente, di non avere paura perché Io Sono con voi tutti i giorni della mia vita, e allora via ogni tristezza nel nostro cuore, via ogni dubbio ed ogni paura! Lui è Risorto! Tutto è cambiato, Lui è Risorto e noi siamo salvi e niente del mondo ci può più far paura. E dunque basta piangere, basta guardare alla tristezza del passato, iniziamo a guardare al Signore che ogni giorno ci aspetta per dirci di andare avanti perché lui è con noi, in ogni momento, fino alla fine dei nostri giorni. La mia esperienza di 50 anni di vita monastica mi dice che Lui si dimostra sempre come Colui che si preoccupa di noi perché sa che senza di Lui siamo nulla siamo come “pecore senza pastore”.
Le preghiere quotidiane della mia vita claustrale chiedono questo a Gesù; nel chiuso del mio monastero prego perché il mondo impari a conoscere l’amore di Gesù, aiuti i cristiani ad avere un comportamento di vita coerente al Vangelo per avvicinare tutti gli uomini a Lui. Grazie Signore per quanto hai fatto nel corso di questi 50 anni, grazie per la Tua fedeltà e per il Tuo amore. Grazie per l’amore e per l’aiuto delle mie consorelle che condividono la mia vita consacrata. Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato a portare avanti la mia vocazione minima. A tutti rinnovo il mio impegno di preghiera perché sempre, ognuno con i propri talenti e nella propria condizione di vita, nel mondo o in clausura, possiamo essere quella fiammella accesa per Gesù che non si spegne.
Suor Maria Speranza Murillo Murillo



