Suor Maria Maddalena del Crocefisso
Al tramonto del secolo decimosettimo ed all’alba del secolo decimottavo a Rieti, che allora faceva parte dell’Umbria, patria di santi e di sante, la nobile casa di Cenobio Foschi e della marchesa Adriana Clarelli si allieta di una culla: è nata il 12 agosto 1690, fiori in gemma, una bambina che viene rigenerata nel fonte battesimale col nome di Ersilia. Letizia familiare in torno al dono del cielo, auguri, feste, presagi. La piccola erede del nobile casato ne continuerà le tradizioni di grandezza e di ricchezza.
La fanciulla dimostra fino da tenera età un amore non comune alla preghiera, alla penitenza e la mamma un giorno le slancia il cilicio, che ha trovato stretto ai fragili fianchi. Durante l’adolescenza e cioè quando la gemma sta per schiudersi in fiore leggiadro, odoroso, le capita tra le mani la biografia di una sata eremita. Ersilia beve all’acqua viva misteriosa di quella vita austera e se ne inebria. “ sarò eremita anche io” sogna ad occhi aperti. I genitori vegliano sulla educazione di lei ed Ersilia passa il periodo delicato della giovinezza in monastero.
La giovane educanda è felice, vivacissima, sente il fascino prepotente del bello del grande, dell’arte: ma una notte sogna, dormendo questa volta, ed una voce misteriosa le dice, che sarà monaca. Risvegliò piuttosto pensierosa e quel giorno Ersilia non è serena come i giorni passati; il sogno della note ha lasciato nell’anima qualcosa che la tormenta. Ma la giovane educanda che sente le attrattive della giovinezza, facendo tacere la voce della coscienza, conclude ad occhi aperti.” Niente sogni e monache mai”.
Infatti di lì a non molto tempo lascia il monastero per tornare al suo nobile palazzo. Il ritorno in famiglia non le da la gioia sperata: la lotta continua anche in mezzo ai suoi, intima e senza tregua. Chi la vede intuisce in lei, così bella e ornata di grazia, qualcosa di misterioso come si nascondesse in sé un tesoro di cielo. Ella ancora conduce vita di preghiera sente le divine attrattive, è circondata anche sensibilmente della protezione dei santi e del suo angelo custode.
A 21 anni, bella di quella bellezza che non è solo armonia di fattezza fisiche, ma che deriva dalla dignità e dal decoro delle virtù, Ersilia viene data in sposa al nobile Cavaliere Giovanni Battista Bolognini di Foligno.
Cosa fu per il cuore grande e ardente di Ersilia quel vincolo che la strinse “ un solo cuore ed una anima sola” allo sposo? Dio solo sa cosa sia passato nella sua anima, a noi non è dato entrare nel dramma intimo di quel cuore. Ci è permesso però di arrivare al punto essenziale; lo sposo terreno non porto alla sposa quello che ella cercava, senza avvedersene: l’amore verginale di Colui che è “ il fiore del campo ed il giglio delle con valli”
Ersilia il bel fiore, tutta leggiadria di bellezza muliebre, tutta orna di grazia e di pietà si schiudi e intristisce pervasa al veleno amaro della gelosia; è una crisi che dura per ven quattro lunghi anni.
Il Signore veglia sull’anima assetata di puro amore, dilata il suo cuore, lo medica, lo apre ai palpiti del puro amore materno, arricchendo la sua casa con la nascita di una bambina e di due bambini.
Ma il tocco di squisita tenerezza del Padre dei cieli commuove ancora il “figliol prodigo” e la pagina cosi drammatica della tenerezza del padre e della ingratitudine del figliol si ripete nella vita di Ersilia. Le braccine tenere dei bambini protese verso la mamma, la lasciano insensibile ed ella cede alla lotta che le sue passioni hanno scatenato e va a dissetare il suo cuore alle sorgenti attossicate dei terreni godimenti. Abiti sfarzosi, ricche gioielli, lauti banchetti, la vedono in mezzo alla società più galante di Foligno. La segnavano a dito mentre, sulla ricca cavalcatura si portava ai ritrovi mondani: ecco la nuova Maria di Magdala.
Abbandonata a queste feste, intrecciando queste danze, assisa a questi conviti, Ersilia portava dentro la sua anima tormentata.
Ersilia, sei alla fine della tua giovinezza, hai davanti a te la prospettiva di una felicità terrena, sei bella, intelligente, ricca, nobile, hai un cuore grande, una volontà da capovolgere il mondo; hai il tuo sposo, i grandi occhi innocenti dei tuoi figli! Cosa ti manca dunque? Tutto ti manca, Ersilia, perché ti manca Iddio, l’Unico!.
Per far tacere l’inenarrabile tormento che porta dentro Ersilia non rifiuta del tutto l’ispirazione buona ma rimanda, vieni a patti con la sua coscienza: a volte parla come un angelo di virtù, di vita cristiana vissuta, ma continua la sua vita di umilianti cadute. Così per ven otto anni.

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