Miracoli di S. Francesco di Paola

La nascita miracolosa. Giacomo e Vienna erano una coppia semplice e molto religiosa che rimase per lungo tempo senza figli. Molto devoti a San Francesco d'Assisi pregarono fervidamente Dio per avere un figlio, promettendo che glielo avrebbero poi consacrato, se avessero avuto la grazia di procreare. Miracolosamente furono esauditi ed ebbero un bel maschietto; ma al bimbo, alla nascita, purtroppo, mancava un occhio. I due coniugi non si scoraggiarono e si dedicarono alla preghiera implorando il miracolo che, dopo poco tempo, istantaneamente avvenne, con la perfetta guarigione della vista. La coppia, riconoscente per l'intercessione del Santo di Assisi, diede al piccolo il nome di Francesco. I genitori di Francesco di Paola vissero il resto dei loro giorni osservando il voto di castità e morirono serenamente tra le braccia del figlio (ormai riconosciuto dal popolo come Santo) inoltre, a Vienna, in particolare, venne concessa la grazia di conoscere, vent'anni prima della sua morte, il giorno in cui sarebbe spirata. 

Illeso dal fuoco della fornace. Quando iniziarono la costruzione del Convento di Paola, il buon Padre fece costruire una fornace per la calce. Un giorno avvenne che, per il sovraccarico di calore, la fornace stava per crollare ma Francesco, sotto gli occhi esterrefatti degli operai si infilò nella fornace accesa e la riparò, rimanendo completamente illeso. 

Il muto. Venne al convento un giovane muto, dalle parti orientali della Calabria, da una località vicino Crotone, accompagnato dai suoi genitori. Quando il buon Padre lo vide lo accompagnò in chiesa portando con sé molte candele. Appena Francesco cominciò a pregare per lui, il muto riacquistò l'uso della parola. 

Le vespe. Mentre si costruivano le celle del Convento, i frati, mentre andavano a prendere le pietre che servivano all'edificazione, trovarono delle vespe le quali cominciarono pericolosamente a stridere tanto che, spaventati, i poveretti fuggirono. Intervenne Francesco che, prese le vespe a mani nude, le portò nel bosco vicino, da allora non furono più viste, e i lavori poterono continuare tranquillamente.

L'infanticida. Quando Francesco dimorava nel Convento di Corigliano, vide una donna che da 18 anni non si confessava: essa aveva fatto morire molti bambini e aveva deciso di ucciderne ancora. Il buon Padre, appena la vide, disse a Frate Francesco da Sant'Agata, che lo accompagnava: "Sappi che quella donna ha commesso molti delitti". La donna volle parlare con Francesco, il quale però le disse severamente: "Non vi bastano i delitti, già da voi commessi? Ma ne volete commettere ancora più di prima. Per carità, andate a confessarvi". Quella sciagurata confessò dinnanzi a lui, pubblicamente, i suoi peccati e la volontà di volerne commettere ancora, confermando le parole di Francesco. Ma dopo quella confessione pubblica la donna operò in maniera tale che fosse palese il pentimento e la volontà di mantenere i buoni propositi espiando i suoi peccati senza peccare più. 

Miracoli contro la sterilità. La moglie del Principe di Salerno non poteva avere figli, così fece mandare dal marito un ambasciatore al buon Padre, il quale si trovava in Francia. La risposta gli giunse subito: ella concepì ed ebbe un bel figlio. Frate Matteo da Barsigny di Tours, riporta in una cronaca che Matteo Coppola, di Padula, confidò a Francesco che la moglie era sterile ma appena tornato a casa quest'ultima concepì e poi partorì. 

I due resuscitati. Il primo uomo resuscitato da Francesco fu un suo parente che egli stesso aveva esortato a farsi frate del suo ordine. Ma la madre lo aveva distolto in tutti i modi. Il giovinetto un giorno morì. La madre, allora, corse piangendo al convento di Paola lamentandosi della morte del figlio. Il buon Padre ordinò di portare il cadavere al convento per dargli sepoltura ma, terminate le esequie, prima che si apprestassero a calarlo nella tomba, egli li fermò e portò il cadavere nella sua cella, dove Dio lo fece resuscitare durante la notte per le preghiere del buon Padre. Il mattino dopo la madre andò sulla tomba del figlio credendolo sepolto ma, Francesco le disse: "Se tu vedessi in vita tuo figlio, gli daresti finalmente il consenso di farsi religioso?". E la donna rispose: "Volesse il Cielo che ciò avvenisse! E mi pento di averglielo impedito quando ancora viveva!". Allora, il buon Padre, gli diede un suo saio e la accompagnò in chiesa dove ella vide il figlio di nuovo gridarono al miracolo e ringraziarono Dio. Il secondo resuscitato fu uno degli operai del convento. Una trave, cadendo su di lui, lo aveva ucciso. Gli operai andarono da Francesco e gli narrarono della disgrazia dicendogli: "I genitori del morto vanno dicendo che siamo stati noi ad ucciderlo e ci potrebbero fare condannare per un delitto che non abbiamo commesso". Il buon Padre confortandoli, andò verso il cadavere e sollevò con la forza di un turbine la trave. Poi vi adagiò sopra alcune erbe e quel corpo tornò in vita come se si fosse svegliato da un sonno profondo.

 


Francesco di Paola

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